Visita al Conservatorio Botanico i Giardini di Pomona
La tutela dell’ambiente è certamente una delle cause per cui il Rotary è impegnato nel mondo sostenendo le attività che rafforzano la conservazione e tutela delle risorse naturali, promuovendo la sostenibilità ecologica, favorendo l’armonia tra le comunità e l’ambiente e stimolando l’innovazione nel tentativo di affrontare le cause e ridurre gli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale.
In tale contesto il Rotary di Putignano Trulli e Grotte ha voluto approfondire il tema con una visita, nel nostro territorio della Valle D’Itria dove vi è una realtà molto significativa dal punto di vista della tutela ambientale.
Il conservatorio biologico dei Giardini di Pomona nasce e si sviluppa grazie alla tenacia e la volontà di quello che può essere considerato un “visionario”, un uomo che ha una visione del mondo fuori dagli schemi e per questo riesce a contribuire alla salvaguardia del nostro patrimonio naturale.
Paolo Belloni è un milanese che quando arrivò dalle nostre parti, oltre vent’anni fa qui nelle aree dei Giardini di Pomona, non c’era nulla oltre a pietre, terra rossa e qualche cespuglietto.
Come racconta il suo ideatore Belloni, il progetto nasce già nel 1994, quando risiedeva a Milano ed aveva l’obiettivo di recuperare le vecchie varietà di alberi locali. La Pomona a cui è dedicato il conservatorio è la dea dei giardini e dei frutteti, a cui il fondatore ha scelto di affidarsi.
L’idea del progetto Pomona nasce per affrontare uno dei principali problemi legati alla tutela ambientale: la perdita di biodiversità. La biodiversità è al centro delle attenzioni universitarie e dei ricercatori, ma Belloni ha ritenuto che non poteva essere rinchiuso esclusivamente nell’alveo degli studi, ma è un problema che riguarda tutti noi: un patrimonio collettivo, che deve essere reso noto alla gente, in modo che si possa porre l’attenzione su come si stia velocemente disperdendo e su quanto sia necessario intraprendere strade alternative alle attuali che consentano al patrimonio di rigenerarsi.
Da lì nacque la decisione di Paolo Belloni di lasciare i convegni e le tante belle parole ed occuparsi in prima persona del problema. Ha mollato il lavoro, venduto il suo studio fotografico e trasferitosi in Puglia. Ha accorpato nel cuore della Valle D’Itria quindi varie proprietà terriere fino ad avere un’area di 10 ettari, che oggi è coltivata biologicamente e dove vi sono più di 1200 varietà di alberi da frutto.
Il conservatorio è famoso per la sua collezione di fichi. Ci sono 600 varietà di frutti. La biodiversità del fico solo in Puglia è straordinaria, ci sono più di 200 tipologie. Ma perché proprio il fico?
Il fico ha una serie di caratteristiche che lo rendono quasi unico: ha un frutto molto buono, non viene trattato è quindi sano, è energetico, facile da essiccare e conservare, è facile da coltivare e molto resistente alle malattie, è l’unica pianta che, in alcune varietà, produce più frutti, in tempi diversi, sullo stesso albero, è parsimoniosa (non ha bisogno di né di molta acqua, né di tanta terra) e generosa.
La lunga passeggiata tra i 10 ettari di terreno è stata emozionante colma di sorprese colte tra le parole del nostro ospite Paolo Belloni e l’osservazione curiosa e meravigliata delle piante, delle tipicità delle coltivazioni, dei racconti anche quasi romanzeschi di arbusti fatti crescere con amore, delle storie che ripercorrono la storia anche brutale dell’uomo attraverso il labirinto di lavanda con al centro il Kaki di Nagasaki, simbolo della pace nel mondo. (Figlio della pianta sopravvissuta alla bomba atomica sganciata il 9 agosto 1945 sulla città).
Grande attenzione e spunti di riflessione sono così stati compagni del lungo percorso dei soci dei Club Rotary di Acquaviva/Gioia e Monopoli che hanno accompagnato i soci di Putignano Trulli e Grotte in questa meravigliosa avventura nella comprensione dell’ambiente che ci circonda e che dobbiamo proteggere.
Gli scopi principali del progetto possono quindi così riassumersi: trasmissione del patrimonio genetico tramandato nel corso dei secoli dagli agricoltori; usare in maniera oculata l’acqua; elevare l’attenzione della comunità sulla desertificazione in corso dei suoli.
La forte sensazione che ci resta è che Paolo Belloni, ama il suo lavoro, le sue piante e la terra, attraverso una conoscenza capillare di ogni sua pianta distribuita nei terreni del Conservatorio e ha avuto il coraggio di vivere e lottare per l’ambiente, questo è l’amore ed il coraggio che dobbiamo trovare in ognuno di noi per salvaguardare il nostro mondo.